Traina al calamaro: la pesca ideale per la stagione fredda

Non tutti sanno che la stagione invernale è ideale per la pesca dei cefalopodi, e in particolare per la traina al calamaro. Quando il mare diventa freddo, infatti, i calamari, i più prelibati tra i molluschi, ritornano a popolare i fondali più bassi. 

In generale, i mesi che vanno da dicembre a febbraio sono i mesi dei veri amanti della pesca: temperature pungenti, spiagge deserte e un discreto spirito di sacrificio. I pescatori, tuttavia, sanno bene che il freddo può riservare sorprese interessanti nella pesca invernale, nonostante il ciclo di vita dei pesci rallenti a causa del freddo e, dunque, tendano a nascondersi nella sabbia. Pescare a dicembre e nei mesi successivi, significa predare soprattutto le specie che vivono sotto-costa.

Il calamaro è un mollusco carnivoro dalle abitudini piuttosto complesse e dalle molteplici varietà, che può essere pescato con la tecnica dell'eging, ma che difficilmente viene ingannato dagli artificiali. Questa tecnica, tuttavia, non è possibile applicarla durante i mesi troppo freddi, mentre è possibile provare con un'altra tecnica: la traina al calamaro. Vediamo come.

La traina al calamaro: dove si pratica e come funziona

Tra tutte le tecniche di pesca possibili, la traina al calamaro è quella che in inverno va per la maggiore, perché permette di sondare molto territorio, andando a stanare tutti i pesci che si adagiano al fondale, garantendo maggiori possibilità di cattura. La traina ai calamari è, inoltre, un tipo di pesca a cui anche amatoriali e principianti possono accostarsi, perché non richiede un’esperienza particolare, ma la semplice conoscenza di qualche accorgimento.

La traina a calamari, infatti, è una pesca cosiddetta a rimorchio, che può essere effettuato tanto dalla poppa di un’imbarcazione, tanto a remi che a vela o a motore, in lento movimento. Possono essere disposte una o più lenze innescate con esca naturale, viva o morta, o artificiale. 

I luoghi ideali dove pescare i calamari a traina sono le zone a fondale misto, in particolare le batimetriche del sotto-costa che andranno dai 3 ai 20 e più metri di profondità, caratterizzate quindi dalla presenza di scogli, sabbia e posidonia. Per circoscrivere l’area di pesca sarà importante individuare il punto dove è presente abitualmente la corrente e pesce foraggio. Soprattutto il calamaro, infatti, forte predatore, tenderà a spingersi anche fino a terra per seguire i piccoli pesci preda.

E per il calamaro? Ecco come scegliere canne, piombo e terminali

In ogni tipo di pesca, disporre dell’attrezzatura idonea è indispensabile. Le canne da pesca dovranno essere tra le 4 e le 6 lbs lunghe circa 2 metri. In alternativa è possibile usare delle canne da spinning, con casting di 40/80 gr, equipaggiate di piccoli mulinelli rotanti, imbobinati con del multi da 0,19, al quale connetteremo con una piccola girella, un pre-terminale dello 0,30 lungo circa 4 metri.

Per i più appassionati, e per chi desidera provare qualcosa di nuovo, per la traina al calamaro può essere utile anche utilizzare delle canne da spinning telescopiche. In ogni caso, è necessario avere a bordo almeno due canne. Si completa la preparazione della canna agganciando con il nylon un’ulteriore girella del 14, alla quale andrà annodato il terminale vero e proprio. Il terminale deve essere in fluor carbon dello 0,26, al quale applicheremo un piccolo moschettone da spinning.

Lo svolazzo deve essere di circa 3 metri. Per garantire l’affondamento giusto, si può applicare già un piccolo piombo guardiano sulla prima girella, un piombo a sgancio rapido o anche un piombo a oliva scorrevole montato in linea. Il peso può variare in base alle esigenze di affondamento.

C’è da considerare che il piombo a oliva da un lato ci assicura di non perdere mai la zavorra, ma ci costringerà a un recupero manuale dell’ultimo tratto di lenza, mentre l’utilizzo di un piombo a sgancio rapido ci consente di recuperare con la canna fino sotto bordo e di variare all’occorrenza il peso.

La scelta del piombo dipenderà dal grado di esperienza del pescatore. Il recupero del calamaro a traina, infatti è sempre un momento molto delicato. Sappiamo bene, infatti, che lo schizzo di nero del calamaro è sempre in agguato, senza contare che la pesca calamari a traina è una pesca umida, dove frequenti sono le sifonate, di cui bisogna tener conto, specie alle basse temperature. 

Gli artificiali, un aspetto da non sottovalutare nella pesca ai calamari a traina

Nella pesca ai calamari a traina gli artificiali sono un aspetto importantissimo. Il calamaro, infatti, ha abitudini complesse e comportamenti imprevedibili. Bisogna avere a disposizione più varietà, di diversi colori e misure, e procedere per tentativi, per determinare quello che si rivelerà catturante.

Le colorazioni sono tutte da provare ed il riscontro varia da zona in zona e di situazione in situazione, sicuramente è importante considera le colorazioni naturali, viola, blu, nero, giallo fluo, rosa fluo e arancio. Le esche per la pesca ai calamari a traina, come sempre, potete rivolgervi a noi di Mare & Cielo.

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