Pesca alla trota: lo spinning in torrente con i minnows

Il fascino per la natura e la vicinanza al fiume hanno contribuito ad accrescere la mia passione per la pesca alla trota, nata quasi per gioco e diventata ormai uno stile di vita. Come quasi la maggior parte dei pescatori, ho cominciato a praticare il fiume con la pesca alla bolognese, abbandonata dopo qualche anno per un tipo di pesca più dinamica, ovvero lo spinning con cucchiaini rotanti.

Le prime catture con questa tecnica furono i cavedani, relativamente più facili da pescare. Avendo poi acquisito dimestichezza e familiarità con la suddetta tecnica, per curiosità decido di acquistare un tipo di esca diversa, un piccolo minnow, ed intraprendo, anche se con scetticismo, la mia prima battuta di spinning con minnow. I primi risultati soddisfacenti relativi allo spinning in torrente, arrivarono dopo alcuni anni di pratica, riuscendo a pescare trote oltre i 60cm, diventato, oggi, il mio target prefissato ad ogni sessione di pesca.

Ma si sa, un pesce è tanto furbo quanto grande, quindi decisamente più difficile da pescare.

Spinning con i minnow nella pesca delle trote in torrente

Quest’anno (2020), con meteo e situazione del fiume favorevoli, ho affrontato una battuta di pesca in solitaria. Ho cominciato risalendo il fiume, osservando ogni piccolo movimento in acqua e lanciando in tutti i possibili posti in cui sarebbe potuto esserci un pesce in agguato. In base alla conformazione del fiume e per capire quale tipo di movimento avrebbe attratto i pesci di grosse dimensioni, cambio spesso esca per valutare quale funzioni meglio, in quelle condizioni. Dopo un paio di attacchi di trote discrete andate a vuoto e qualcuna slamata, scelgo di spostarmi alcune decine di metri più avanti, continuando a risalire il fiume. Prima di guadare il corso d’acqua, decido di fermarmi e lanciare nel punto dove sarei passato di lì a poco.

Le catture nello spinning alla trota in torrente

Il primo lancio avviene senza nessun attacco, ma ritento, e ai primi giri di manovella con jerkata mi accorgo dell’attacco di un pesce e d’istinto do la ferrata; la trota in questione inizia a dimenarsi e, dopo un paio di partenze a monte, scende rapidamente nella mia direzione. Provo a non farlo andare in piena corrente, ma la potenza e l’energia della preda non mi permettono di forzarlo e mi obbligano a stargli dietro e rincorrerlo in acqua, tanto da seguirlo anche quando passa sotto un ramo. Infatti, facendo attenzione a non lesionare il trecciato, passo la canna al di sotto del medesimo ramo, fortunatamente riuscendoci velocemente. Uscendo dall’acqua mi posiziono sul margine del fiume, nel tratto in cui il flusso d’acqua è più lento, e avvicinando la trota a me, riesco con non pochi sforzi a guadinarla: una trota di 63cm in piena salute. Il tempo di scattare qualche foto ricordo e libero il pesce rapidamente, evitandogli inutili sofferenze.

Contento e soddisfatto della mia cattura mi soffermo a guardare un pò i dintorni del fiume e nel frattempo, per precauzione, rifaccio il nodo trecciato-fluorocarbon. Continuo a risalire il fiume e dopo un’oretta di cammino, senza vedere nessuna trota attaccare o inseguire la mia esca, arrivo in un posto dove l’acqua è costantemente bassa non favorendo quindi, la presenza di pesci importanti.

Ma la situazione sarebbe cambiata a breve, smentendo la mia teoria.

Infatti provo a fare qualche lancio e, già al secondo, com’era successo nella prima cattura, avverto una possente mangiata sull’esca, addirittura più forte della precedente, accorgendomi immediatamente che ad aver abboccato è un pesce davvero importante. Dopo una rapida scodata sull’acqua, la trota segue il corso del fiume, spostandosi di svariati metri a valle, facendo sfrizionare il mio mulinello e tenendo la canna sempre in piega.

Cerco di tenere la canna sempre in alto, evitando di far finire il pesce sul fondo, tra i sassi, con la probabilità di tranciare il terminale. Dopo qualche minuto di combattimento, riesco a far avvicinare il pesce al guadino e mi rendo subito conto delle grosse dimensioni della trota. Ma proprio quando pensavo di averla guadinata, con due colpi di coda riprende filo, spostandosi di nuovo al centro del fiume; quasi come se avessi incagliato sul fondo, il pesce non voleva saperne di spostarsi dalla sua posizione. Perciò decido di entrare in acqua, avvicinarmi lentamente ad esso. Avverto un momento di esitazione da parte del pesce, ormai stremato dal combattimento e senza perdere tempo, immergo il guadino in acqua, forzo la trota con la canna, sempre con la giusta cautela, portandola a guadino.

Istintivamente urlo di gioia perché capisco di aver preso una trota veramente grossa. Tenendo il guadino ancora in acqua per far ossigenare il pesce, la prima cosa che faccio è togliere l’esca dalla bocca; dopodiché è d’obbligo la foto di rito. Successivamente la misuro e la peso: una trota da 68cm per 3kg di peso. Dato un ultimo sguardo al magnifico pesce, senza esitare lo rilascio. Con grande forza e velocità la trota ritorna libera.

Indubbiamente questa cattura non rappresenta il mio record personale, ma è stata una battuta di pesca che merita di essere ricordata in quanto mi ha fatto divertire ed emozionare, coinvolgendomi e avvicinandomi ancora di più a questo mondo.

Sono queste le soddisfazioni indimenticabili che mi portano ogni giorno a scegliere continuamente la pesca e in particolare lo spinning con minnows in torrente.




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