Guida alla caccia alla beccaccia: come si insidia la regina dei boschi

La caccia alla beccaccia è una caccia molto avvincente. Considerata la regina dei boschi, in virtù della sua acuta intelligenza e delle sue doti di volo, cacciare la beccaccia spesso significa ingaggiare una lotta serrata. Oggi, quindi, conosceremo meglio questa specie, come cacciare la beccaccia, quali sono i cani e quali le armi consigliate.

Caccia alla beccaccia: come insidiare la regina dei boschi

Alcuni beccacciai ammettono che, già la sera prima della battuta di caccia alla beccaccia, difficilmente riescono a prendere sonno, tanta è l’adrenalina che la caccia alla regine dei boschi gli provoca. È la difficoltà, l’inseguimento serrato, quell’unica occasione utile per mettere il colpo a segno che dà emozioni a non finire. Prima di tutto, conosciamo questo uccello.

Conosciamo meglio la scolopax rusticola: la beccaccia

La beccaccia, il cui nome scientifico è scolopax rusticola, è una specie di uccello diffuso in tutta Europa, specialmente nell’area mediterranea. Fra ottobre e marzo la beccaccia sverna anche in Italia, dove ne è consentita la caccia.

Essa si caratterizza per un corpo che può raggiungere un peso variabile fra i 230 e i 380 grammi. L’apertura alare delle beccacce, invece, può raggiungere i 130 millimetri di lunghezza. Si caratterizza, infine, per il becco a punta, che può avere una lunghezza fra i 60 e gli 80 millimetri. Per quanto riguarda il piumaggio, cromaticamente adatto all’ambiente boschivo nel quale dimora, si caratterizza per sfumature del marrone, del rosso, del nero e del giallo. Una curiosità del piumaggio della beccaccia è legata al cosiddetto “pennino del pittore”: una particolare penna, che l’uccello impiega per le sue strette virate, in passato usata dai pittori per realizzare i dettagli delle loro opere d’arte.

L’habitat naturale della beccaccia è il bosco e, in particolare, laddove vi è la presenza di betulle, frassini, querce, castagni, larici, faggi. Raramente si posa su di essi, perché predilige la terra dove va a caccia di lombrichi, insetti, ragni, semi, radici e germogli, sua dieta abituale. Benché possa vivere nelle vicinanze dei suoi simili, la beccaccia conduce una vita piuttosto isolata. Ciò non impedisce all’esemplare maschio, durante il mese di marzo, di esibirsi in voli di parata utili ad attirare l’attenzione dell’esemplare femmina. La beccaccia, infatti, è molto abile nel volo, durante il quale alterna moto lento a moto veloce, spesso compiendo virate molto strette. Questo, unito alle sue capacità di mimesi e alla sua scaltrezza, la rendono un esemplare di uccello molto difficile da cacciare.

La caccia alla beccaccia: come insidiarla con il cane da ferma

La caccia alla beccaccia, come detto, in Italia è consentita. A differenza che in passato, tuttavia, la beccaccia non può essere cacciata durante le ore dell’alba e del tramonto. Questa pratica, definita come posta infame, poneva infatti la beccaccia in una posizione di svantaggio. Durante queste ore, infatti, l’uccello effettua un volo molto regolare, a farfalla, che ne rende fin troppo semplice l’abbattimento.

Al contrario, è consentita la caccia alle beccacce che prevede l’impiego del cane da ferma. Con questa tecnica, l’aiutante del cacciatore batte il terreno per far alzare in volo la beccaccia. Quando il volatile si vede in pericolo, specialmente se l’esemplare avrà già avuto modo di imbattersi nel cacciatore, mette in pratica tutta una serie di strategie per sfuggire all’olfatto dell’animale e per rendere più complicata la cattura. Prima di alzarsi in volo, però,. si sposterà di qualche metro in terra. Poi eseguirà piccoli voli in aria, coprendo distanze che possono andare dai dieci ai venti metri.

È durante queste fasi che la beccaccia mette in mostra le proprie abilità di volo. Alternando il moto veloce a quello lento, ed effettuando virate strette, non dà riferimenti al cacciatore che, spesso, finisce per fallire il colpo. In ogni caso, ogni esemplare è una storia a sé e, quindi, non è possibile determinare il loro comportamento in maniera univoca.

I cani per la caccia alla beccaccia

Come accennato, nella caccia alla beccaccia è consentito far uso dei cani. In realtà, non esiste una specie di cane da caccia per la beccaccia più adatta di un’altra. La scelta, spesso, è determinata dalle proprie preferenze e dall'affinità che può nascere con l’animale. È vero, però, che a partire dall’Ottocento è stata selezionata, specificatamente per la caccia alla beccaccia, una particolare razza di cane. Si tratta del Cocker Spaniel inglese. Questa razza, in realtà, è impiegata per tutte le tipologie di caccia e persino per la ricerca del tartufo. È un ottimo cane da compagnia, con un carattere allegro, gioioso e ostinato, capace di continuare l’inseguimento della preda anche quando il terreno diventa più impervio.

In ogni caso, che si tratti di un Bracco italiano o di uno Spinone, il cane da ferma deve avere un ottimo approccio psicologico, dev’essere un instancabile inseguitore, ma, allo stesso tempo, deve sempre essere dotato dell’equilibrio necessario per inseguire la preda, senza incalzarla eccessivamente. A questo scopo, altra caratteristica fondamentale per questi cani, è l’obbedienza al padrone.

Le armi per la caccia alla beccaccia

L’ultimo capitolo è quello che riguarda le armi per la caccia alla beccaccia. Trattandosi di una caccia che avviene, per lo più, in ambienti dove l’orografia è complessa, è molto importante la leggerezza e la maneggevolezza del fucile da caccia. Per questo, nel corso del tempo, sono stati sperimentati e impiegati materiali leggeri, come le leghe di alluminio, e le canne corte, che consentono di muoversi anche in presenza di una vegetazione fitta. Ad oggi, i migliori prodotti riescono a fermare l’ago della bilancia fra i 2,8 e i 3 chilogrammi.

Altra caratteristica dei fucili per la caccia alla beccaccia riguarda la rosata dell’arma. La caccia alla beccaccia, infatti, si caratterizza per le brevi distanze di tiro, che possono variare nell’ordine di pochi metri. Questo significa che la rosata, sin dai primi metri, deve avere una larghezza considerevole affinché i pallini non lascino scampo alla beccaccia. Come per la ricerca dei materiali, anche in questo caso sono state sperimentate diverse soluzioni. La prima, già conosciuta ai tempi dei beccacciai francesi e inglesi dell’inizio del Novecento, prevede l’impiego di anime raggiate o di rigature dette paradox. In ogni caso, le rigature non hanno elevato spessore. Questo tipo di soluzione, spesso, veniva accompagnato con la scelta di cartucce con borra contenitore e da 12/13. Questa configurazione consente di ottenere buoni risultati in un range compreso fra i 15 e i 18 metri. Diversamente, con cartucce dotate di borra in feltro, è possibile ottenere rosate ampie e compatte fino a 20 metri di distanza.


La caccia alla beccaccia, per l’alta specializzazione richiesta e per l’appassionante lotta che comporta, è una vera e propria arte. Non vi resta che scegliere le vostre attrezzature da caccia e andare alla ricerca della regina dei boschi.

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