Pesca al serra: come gestire la forza del saltator

La pesca al serra è una pesca soddisfacente, proprio per le caratteristiche di questa specie ittica. Il pesce serra, o Pomatomus Saltatrix, è infatti un pesce di mare facilmente rintracciabile lungo le coste italiane. Famoso per la forza delle sue mandibole, la voracità e le acrobazie, viene spesso considerato un pesce facile da pescare grazie al suo atteggiamento istintivo. Conosciamolo meglio e scopriamo i trucchi della pesca al pesce serra.

Pesca al pesce serra: una pesca veloce e divertente

La pesca al pesce serra viene principalmente praticata durante l’estate, dalla tarda primavera fino all’autunno, perché è il momento in cui più si avvicina alla riva in branchi. Tuttavia, non è insolito incontrarlo anche a un chilometro dal mare, in quanto tende a risalire anche grandi fiumi alla ricerca di prede, specialmente cefali. È facile trovarli vicino alle foci, anche piccole, e all’imboccatura o all’interno dei porti. Il momento ideale per la pesca al serra è il tramonto, specialmente quando il mare è piatto e non c’è la luna. Si tratta di una pesca rapida proprio in virtù del fatto che questi pesci si spostano in branchi, quindi è utile essere già preparati a sostituire i tranci e riagganciare rapidamente il banco in caccia. Si può pescare da terra tramite la tecnica di surfcasting o di spinning, ma anche dalla barca a spinning o in traina leggera sotto costa, dato che i piccoli esemplari sono attratti da esche piccole in silicone.

Le caratteristiche del pesce serra

È possibile trovare pesci serra di varie dimensioni: piccoli esemplari che si muovono in branchi grandi, ma anche esemplari più grossi che tendono a spostarsi in gruppi più piccoli. La lunghezza massima raggiungibile è di circa un metro e può pesare fino a dieci chilogrammi. Queste caratteristiche e il fatto che il pesce serra affolli le acque del Mar Mediterraneo, del Mar Nero, ma anche dell’Oceano Atlantico fino alle coste del Portogallo, sono dovute alla sua posizione nella catena alimentare. Il pesce serra occupa un gradino abbastanza alto in questa scala gerarchica: nel Mar Mediterraneo, infatti, sono ben pochi i predatori che possono insidiarlo e nessuno di questi si avvicina alla costa, dove invece il pesce serra opera la sua caccia. Si ciba di altri pesci, in particolare di cefali, salpe, saraghi, muggini, orate, ma in generale, quando è in frenesia, non fa distinzione fra i vari tipi di preda e attacca qualunque tipo di pesce. Arriva addirittura ad attaccare esemplari più piccoli della sua stessa specie quando questi sono di taglia molto inferiore.
La sua caccia è caratterizzata da due fattori principali:

  • voracità: il pesce serra è da considerarsi un predatore violento e spietato; quando caccia, infatti, si lascia dietro una scia di resti mutilati;
  • istinto: questo tipo di pesce non studia attentamente la preda, ma passa direttamente all’attacco.

Queste due caratteristiche rendono la pesca al pesce serra facile e dinamica al tempo stesso. Il fatto che cacci ogni tipi di pesce fa in modo che sia semplice farlo abboccare, ma la violenza che usa durante la caccia fa in modo che la fase di recupero risulti particolarmente movimentata. In questo caso, infatti, si agita in numerose acrobazie e salti fuori dall’acqua, il che gli ha regalato il soprannome di saltator.

Per quanto riguarda l’aspetto, il pesce serra è di colore grigio argenteo sul dorso, più chiaro sui fianchi e ha le pinne olivacee. La sua caratteristica principale sono i numerosi denti affilatissimi e le forti mascelle, particolarità note ad ogni pescatore. Per questa ragione, è necessario avere un occhio di riguardo per la resistenza dei fili e, in generale, dell’attrezzatura da usare.

Pesca al pesce serra da riva

Il modo migliore per pescare il pesce serra è da riva. Come già accennato, il momento perfetto per imbattersi in branchi di pesce serra a caccia è il tramonto. In ogni caso, spesso compare anche qualche ora più tardi, durante le prime ore della notte. Visto che il tempo migliore è limitato alla discesa del sole, è bene arrivare sul posto già muniti di esche di ricambio, in modo da non perdere tempo a preparare un nuovo trancio dopo aver tirato su un pesce serra e poter subito tornare all’attacco. Le giornate migliori per la pesca al serra sono le sere d’estate senza luna, quando il mare è calmo e il vento è alle spalle. Oltre ai consigli sull’essere pronti ad ogni evenienza, il segreto per una pesca di successo è uno solo: non perdere mai il contatto col pesce serra durante il recupero. Come abbiamo visto, è un pesce molto forte e irrequieto; se gli lasciamo troppa possibilità di reazione sarà facile perderlo e dover ricominciare da capo.

Pesca al serra: cosa ci serve

L’esca ideale per la pesca al serra è il filetto di muggine, ma anche qualunque altro pesce bianco va bene. Altra possibilità è l’anguilletta, la mormora o la sparlotta per quanto riguarda il vivo. Per i fili, sarà necessario unire al nylon o al fluorocarbon anche del cavetto d’acciaio termosaldante, da circa 50 libbre, per evitare che si spezzi sia a causa del peso e della forza del pesce serra, sia per via dei suoi denti affilati.

Per quanto riguarda l’amo, vanno bene gli ami aberdeen, specialmente i 2/0 - 3/0, da unire con dei crimp da 1 - 1,5 millimetri. Le canne devono essere forti e resistenti, da 180 grammi a salire, perché le esche impiegate sono voluminose e pesanti. Le canne più sensibili, comunque, non sono da lasciare a casa: sarà furbo portarle per recuperare dei piccoli pesci da usare immediatamente come esca viva per la pesca al serra. Fra i mulinelli, i migliori sono quelli a bobina larga, da 7000 in su, da caricare con fili 0,28 - 0,40 a seconda che si usi un trancio o un vivo.

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