Pesca a traina: tutto quello che c’è da sapere sulla pesca dalla barca

La pesca a traina è una delle tecniche di pesca più diffuse fra i pescatori di tutto il mondo. Si tratta di una tipologia di pesca relativamente semplice, poiché richiede essenzialmente solo una canna da pesca e un mulinello. Per questo, la pesca a traino è spesso utilizzata anche da pescatori neofiti. In questo articolo, allora, vedremo come iniziare la pesca a traina e quali sono le differenze fra le varie tecniche di pesca traina.

Pesca a traina: la pesca dalla barca

La pesca a traina, come dice il nome, è una tecnica di pesca che si effettua trainando l'artificiale da pesca. La traina, infatti, si svolge da un’imbarcazione, ma questa può avvenire sotto costa, e nel caso si chiama piccola traina, oppure in alto mare, e in questo caso si parla di traina d’altura. Vediamo nel dettaglio tutte queste tecniche di pesca alla traina.

Pesca a traina sotto costa: la piccola traina

La pesca a traina sotto costa, o pesca a traina costiera, avviene poco lontano dalla costa, tendenzialmente a un massimo di 5 miglia dalla costa. In questa fascia di mare, infatti, è possibile trovare alcune specie di pesci che, in alcuni periodi dell’anno, si avvicinano per cercare del cibo o per deporre le uova. La piccola traina, così chiamata per la piccola dimensione delle prede che è possibile catturare - ma che in alcuni casi possono dar vita a belle sfide per la cattura - si effettua a bordo di piccole imbarcazioni, a motore, a remi e, recentemente, anche in kayak. La pesca a traina in kayak, infatti, è una specialità che piace molto agli amanti del genere.

Uno dei vantaggi della pesca alla traina costiera, che rappresenta un passaggio quasi obbligato per chi vorrà in futuro cimentarsi con la pesca a traina d’altura, è la sua economicità.

La pesca alla traina, infatti, si svolge principalmente nel periodo che va dalla primavera e fino a inizio autunno. In Italia, il periodo migliore per la traina costiera è nei mesi fra settembre e ottobre, quando è possibile imbattersi anche in alcuni esemplari di tonni stazionari. Fra le specie che è possibile insidiare troviamo, inoltre, dentici, ricciole, lampughe, spigole e molte altre specie. Si tratta, comunque, quasi sempre di piccole e medie prede. Per questo, per quanto riguarda le attrezzature di pesca, la pesca a traina può essere effettuata con una grande varietà di canne, a seconda delle prede che si intende insidiare: è possibile adoperare le apposite canne da traina oppure si possono preferire le canne da bolentino. In ogni caso, si tratta di canne dal libraggio non particolarmente elevato, potendo variare da un minimo di 8 a un massimo di 30 libbre. Per quanto riguarda i mulinelli, invece, per la pesca a traino si preferiscono quelli con frizione a stella, ovviamente proporzionati al libraggio della canna da pesca.

In virtù di queste caratteristiche, per insidiare prede di piccolo peso, è possibile utilizzare lenze fino allo 0,60mm con terminali dello 0,30 o dello 0,40. Le esche della pesca a traina sotto costa, invece, possono essere artificiali, e in questo caso si possono usare piumette, cucchiaini, minnows, oppure esche naturali, come seppie, aguglia, filetti di pesce.

La traina costiera, come detto, avviene generalmente entro le 5 miglia nautiche e su fondali profondi fra gli 8 e i 50 metri. Questo valore, comunque, varia a ogni battuta di pesca, a seconda delle condizioni del mare. L’imbarcazione procede, a una velocità di circa 6-10 nodi, in direzione parallela alla costa: in prossimità delle punte delle insenature oppure dove la corrente è più veloce, come baie e larghe insenature, si potranno incontrare spigole, ricciole e tunnidi. La pesca a traina sotto costa è una pesca prevalentemente di superficie, ma, soprattutto se si fa uso di più lenze, è preferibile utilizzare pesi e lunghezze diversi, così da evitare ingarbugliamenti.

Pesca a traina d’altura

La pesca a traina d’altura, come lascia intuire il nome, avviene a largo, in aperto mare, a diverse miglia dalla costa dove le batimetriche arrivano anche a 5-600 metri. Queste battute di pesca raggiungono il loro picco verso la fine dell’estate e durante tutto l’autunno, ma, in alcuni casi, possono avvenire anche verso la fine della primavera.

La pesca d’altura ha come obiettivo grandi pelagici, come l’alalunga e l’aguglia imperiale, ma anche tonni rossi, pesci spada, alletterati e lampughe. La prima specie, tuttavia, è quella più ricercata, perché si rivela la più divertente da catturare. Come visto, comunque, si tratta di specie dal peso medio compreso fra 10 e 12 chilogrammi, ma che possono arrivare anche a superare gli 80 chilogrammi. Pertanto, per resistere anche alle specie che sprigionano maggiore potenza, l’attrezzatura per la traina d’altura sarà commisurata in libraggio e in qualità. In particolare, le canne da pesca a traina d’altura potranno essere 20/30 lbs per i neofiti della tecnica. I più esperti, invece, potranno usare anche canne per l'altura che superano le 50lbs. Per quanto riguarda i mulinelli, invece, questi dovranno essere sufficienti a contenere diverse centinaia di metri di lenza. Questa, in particolare, dovrà essere in nylon con carico di rottura compreso fra 30 e 150 lbs. I terminali, vista la potenza delle prede, possono arrivare anche a spessori dello 1,10mm.

Un discorso a parte, invece, riguarda le esche per la pesca d’altura. In questo campo le teorie sono innumerevoli. Se si scelgono esche artificiali, comunque, è bene prediligere le esche che si avvicinano maggiormente al nutrimento che i pesci hanno a disposizione in quel momento. Pertanto, durante i primi tempi della stagione della pesca d’altura, saranno impiegate esche come minnow e piume di dimensioni di 9 o 10 centimetri. Col passare delle settimane, al crescere delle dimensioni delle prede, aumenteranno anche le dimensioni delle prede, fino ad arrivare a 19 centimetri. Anche i colori delle esche, poi, possono giocare la loro parte. Secondo molti, infatti, sono da preferire esche dai colori vivaci se la battuta di pesca avviene durante le prime ore del mattino, più scuri invece se la battuta si svolge di pomeriggio o in caso di cielo coperto.

Per quanto riguarda le tecniche di pesca d’altura, anche in questo caso, vi sono varie scuole di pensiero. La più semplice prevede quattro canne - ma si può arrivare perfino a dieci canne - così da disporre le esche come fosse un piccolo branco uniforme di pesci. Con l’imbarcazione si va alla ricerca di segnali che possono indicare la presenza delle prede: la presenza di gabbiani. Uccelli che si tuffano sul pelo dell’acqua a caccia di cibo sono il primo segnale della presenza di branchi di pesce. Un altro segnale indicatore, poi, è il cosiddetto olio di sardina, cioè i grassi e il sangue rilasciato dalle sardine di cui si sono cibati altri predatori. A questo punto, l’ecoscandaglio può rappresentare un valido aiuto per verificare a quale profondità stazionano i pesci, ma anche quali sono le zone migliori per iniziare la battuta di pesca.

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