Guida al tiro al piattello: le sue discipline e come iniziare

Con l’espressione tiro al piattello ci si riferisce ad ogni attività sportiva che consista nel colpire un bersaglio al volo con un’arma da fuoco. Pochi però conoscono le varie discipline e specialità del tiro a piattello, uno sport in fortissima ascesa conosciuto anche come tiro a volo. Vediamo quali sono le differenze e le particolarità delle varie discipline del tiro al piattello, come iniziare e come approcciarsi a questo sport.

Il tiro al piattello e le sue origini

Il tiro a piattello è ovviamente strettamente imparentato con la caccia vera e propria. Le origini del tiro al volo, secondo alcuni, risalirebbero al XIX secolo. In seguito al divieto di cacciare alcune specie di volatili selvatici, infatti, alcuni cacciatori inglesi avrebbero iniziato a dare la cacciare piccioni. Un’ulteriore spinta, che ha poi portato alla nascita di questo sport si deve invece ai cacciatori americani. Negli Stati Uniti d’America, infatti, prese piede l’hobby del tiro a segno su un bersaglio costituito da palline di vetro simili a quelle usate per gli addobbi natalizi. Le palline venivano letteralmente “sparate” da ingegnosi macchinari, chiamati balltraps, termine che ha influenzato e dato vita ai nomi di alcune discipline del tiro a volo (olimpic trap, double trap, e così via.). Con il tempo si sono susseguiti bersagli di molteplici forme e materiali, fino ad arrivare all’odierno piattello, ovvero un disco dalle dimensioni variabili realizzato in argilla. 

La disciplina del tiro al piattello fu introdotta, per la prima volta, ai Giochi Olimpici del 1900. Grazie a questo approdo, la popolarità di questo sport crebbe enormemente. Nel 1927 viene fondata la FITAV ovvero la Federazione Italiana Tiro a Volo, federazione riconosciuta anche dal CONI. In Italia la popolarità ed il numero delle persone interessate a questo sport è cresciuta in maniera graduale, ma sempre costante, con un forte aumento negli ultimi decenni. Il numero di tesserati ne è la prova. Gli atleti italiani, peraltro, si sono sempre distinti in questa disciplina e nel corso delle varie Olimpiadi hanno arricchito il medagliere olimpico come poche altre nazioni al mondo, forse anche grazie alla grande qualità delle attrezzature da competizione che vengono realizzate nel nostro paese.

Le discipline del tiro al piattello

Le discipline del tiro al piattello sono molteplici e diverse. Le più praticate, tuttavia, sono anche riconosciute come specialità olimpiche. Le varietà del tiro a volo nelle Olimpiadi sono tre: Fossa Olimpica, Skeet e Double Trap. A queste ultime va aggiunta una quarta disciplina che, sebbene non faccia parte delle discipline olimpiche, gode comunque di grande popolarità ed è molto apprezzata dagli appassionati: si tratta del Percorso Caccia.

Ogni disciplina prevede regole e modalità diverse, così come diverse sono le attrezzature da utilizzare per ogni singola disciplina. Ci sono, per esempio, fucili più adatti per la Fossa Olimpica ed altri più adatti invece per lo Skeet. Scegliere la giusta attrezzatura, considerando anche quelle che sono le proprie caratteristiche fisiche, è la soluzione vincente, soprattutto per chi è all’inizio.

Vediamo ora più in dettaglio qual è il regolamento e quali sono le caratteristiche delle principali discipline del tiro al piattello.

Fossa Olimpica: il tiro al piattello imprevedibile

La Fossa Olimpica (trap in inglese) è la principale specialità del tiro al piattello. Si tratta anche della prima tra le varie discipline del tiro a volo a essere ammessa tra gli sport dei Giochi Olimpici. Consiste essenzialmente nel colpire un piattello lanciato dal basso verso l'alto davanti al tiratore, con traiettoria sconosciuta e con al massimo due colpi a disposizione. Tra i partecipanti a una gara di questo tipo vince chi, su un certo numero di piattelli lanciati, ne colpisce di più.

La Fossa Olimpica si chiama così perché le caratteristiche dell’arena in cui si disputa la gara ricordano proprio una fossa. Di fronte ad una pedana rettilinea di 20 metri di lunghezza, con cinque postazioni di tiro, si trova, ad una distanza di 15 metri dalle postazioni, un canale dritto chiamato appunto “fossa”. Questa fossa nasconde al tiratore le macchine di lancio che sparano i bersagli in ordine e ad angolazione casuale. La difficoltà maggiore consiste proprio nell’imprevedibilità del tiro, il tiratore non sa da quale macchina e con che angolazione verrà lanciato il piattello. Inoltre, per evitare che si creino situazioni di vantaggio o svantaggio dovute alla postazione, è previsto che ogni tiratore cambi postazione più volte durante la gara.

I fucili più adatti per questo tipo di disciplina hanno canne la cui lunghezza è compresa tra i 740 e 760 mm.

Skeet: il tiro al volo che prevede precisione e calcolo

Lo Skeet, la seconda specialità del tiro a volo, ha regole più complesse rispetto a quelle della Fossa Olimpica. In questa specialità, che ebbe il suo battesimo sportivo alle Olimpiadi di Città del Messico 1968, si ha a disposizione un solo colpo per ogni piattello. Inoltre la distanza dalla linea di tiro è inferiore: 4,57 metri contro i 15 metri della Fossa Olimpica. I lanciapiattelli sono due: quello a sinistra si chiama Pull, quello a destra Mark. Le due macchine lanciano il piattello sempre allo stesso modo, tuttavia in questo caso, la difficoltà consiste nel doversi spostare tra le otto postazioni di tiro. In questa disciplina, infatti, le postazioni di tiro non sono cinque, come nel caso precedente, ma otto. Altra differenza rispetto alla Fossa Olimpica riguarda la disposizione delle postazioni di tiro che in questo caso non sono allineate, ma disposte a semicerchio.

Sono necessarie, dunque, una grande precisione e grandi capacità di calcolo della traiettoria per riuscire a colpire il piattello. Bisogna poi anche considerare i tempi di lancio che variano da 1 a 3 secondi a partire dalla chiamata del tiratore.

La lunghezza delle canne dei fucili più idonei per lo Skeet varia dai 680 ai 710 mm.

Double Trap: due piattelli due colpi

La terza disciplina, comparsa alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, è la disciplina più recente tra quelle del tiro a volo. Già dal nome si può intuire che questa disciplina ha molti elementi in comune con la Fossa Olimpica (Trap). Il Double Trap si differenzia dal Trap perché vengono lanciati due piattelli contemporaneamente. In sostanza, si hanno a disposizione due colpi invece che uno, come nello Skeet, ma non vengono utilizzati per colpire un solo piattello, bensì due, lanciati insieme.

Di solito i tiratori sparano al primo piattello con un tiro da fermo, mentre per colpire il secondo è preferibile seguire il bersaglio in movimento.

Recentemente però, il Double Trap è stato eliminato dalle discipline olimpiche, quindi non farà parte delle prossime Olimpiadi quelle di Tokyo 2020, che, a causa della pandemia, si svolgeranno dal 23 luglio all’8 agosto 2021.

Percorso Caccia: il più apprezzato dagli amanti della caccia

Il Percorso Caccia, come già detto, non fa parte di quelle olimpiche, tuttavia è molto apprezzata e praticata dagli appassionati di tiro a volo poiché è quella che più di tutte si avvicina alla caccia vera e propria. I piattelli, dunque, vengono lanciati in modo molto più imprevedibile, le loro traiettorie cercano di simulare il più fedelmente possibile il volo ed i movimenti dei vari animali da selvaggina. Per questo tipo di disciplina è molto importante anche l’ambiente in cui si disputa la gara. Di solito si cerca di ricostruire un ambiente che sia il più naturale possibile, in modo da far sembrare la competizione una vera e propria battuta di caccia.

Tutto il necessario per iniziare: porto d’armi e tesseramento

Comprese le principali discipline del tiro al piattello, vediamo invece quali sono le norme legislative da rispettare per poter iniziare a praticare questo affascinante sport.

Per poter utilizzare i fucili e allenarsi presso le varie arene di tiro del territorio italiano è necessario dotarsi del porto d’armi ad uso sportivo. È possibile fare richiesta della licenza per il porto d’armi presso la Questura della propria città. Tale licenza autorizza il titolare all’acquisto, alla detenzione e al trasporto delle armi e delle munizioni necessarie allo svolgimento delle attività sportive. La licenza ha una validità di 5 anni, il costo complessivo per il porto d'armi ad uso sportivo è di circa 300 euro.

Oltre al porto d’armi, prima di poter iniziare a praticare il tiro al piattello è necessario tesserarsi. Fortunatamente si tratta di una procedura molto semplice e poco onerosa. È sufficiente recarsi presso qualsiasi campo da tiro e compilare un breve modulo. Il tesseramento ha validità annuale e costa circa 50 euro. Oltre ad essere indispensabile per chiunque voglia cominciare a praticare qualsiasi disciplina del tiro a volo, il tesseramento include anche diversi benefit. Una volta tesserati si potrà infatti entrare a far parte del circuito agonistico del tiro al piattello e, quindi, partecipare a diverse gare. Inoltre, il tesseramento include anche una copertura assicurativa.

Come si inizia a praticare il tiro al piattello

Ora che sono stati indicati tutti gli adempimenti e le norme legislative da rispettare prima di poter muovere i primi passi verso le varie discipline del tiro al piattello, vediamo come, nella pratica, si può iniziare ad allenarsi e magari anche competere nel tiro a volo.

La maggior parte di coloro che praticano questo sport iniziano da giovanissimi, come avviene del resto per la maggior parte delle attività sportive. Non c’è però un limite d’età per poter praticare il tiro al piattello, si tratta quindi di uno sport potenzialmente adatto a tutti.

Di solito sono i genitori o comunque i parenti, a trasmettere la passione per questo sport. In tal caso, il tesseramento presso la FITAV può avvenire già a partire dai sei anni, ma il tipo di tesseramento varia in base all’età. A sei anni, infatti, si può ottenere solo la tessera per lo svolgimento delle attività didattiche, mentre solo a partire dai tredici anni si può ricevere la tessera per lo svolgimento delle attività agonistiche.

Il momento decisivo: la scelta del fucile

L’ultimo passo da compiere prima di poter finalmente mettere piede nelle arene di tiro è ovviamente l’acquisto di un fucile. Si tratta di un’operazione molto importante poiché il fucile è lo strumento principale del tiro al piattello. Come già detto, le caratteristiche del fucile sono da valutare attentamente perché ogni disciplina del tiro al piattello richiede fucili dalle differenti caratteristiche (lunghezza e numero delle canne, peso, gittata, tipologia del calcio, ecc.). Inoltre si deve scegliere il fucile tenendo in considerazione la propria fisicità.

I principianti dovrebbero acquistare un fucile da tiro al piattello che sia il più versatile possibile, solo in questo modo si potrà prendere confidenza con le varie discipline e poi decidere in quale tra di esse specializzarsi, in base a quale disciplina fa più per noi. I professionisti invece devono valutare con molta attenzione le caratteristiche del fucile da acquistare scegliendo in accordo alla disciplina praticata e a quelle che sono le proprie capacità.

Il costo del fucile è molto variabile poiché c’è ampia scelta, si parte dai circa 2.000 euro per i fucili più economici, ma si possono anche superare i 10.000 euro per i fucili di alta gamma. Per fortuna si può sempre ricorrere al mercato delle armi usate: un fucile usato, ma in buone condizioni, si può acquistare anche per meno di 1.000 euro.

Insieme al fucile si acquistano ovviamente anche le cartucce. Anche nel caso della scelta delle munizioni il discorso è molto ampio e tutto dipende dalla specifica disciplina che si sceglie di praticare. In genere ai principianti si consiglia di acquistare cartucce dalla bassa grammatura poiché generano meno rinculo. Oltre al fucile ed alle munizioni, fanno parte dell’attrezzatura di tutti i tiratori anche cuffie, occhiali da tiro e gilet.

Ora che si è a conoscenza di tutte le informazioni necessarie per praticare il tiro al piattello non resta che salire in pedana e cominciare ad allenarsi!

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